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I principali errori che i genitori fanno

DiRedazione

Ago 22, 2020

E’ difficile il mestiere di genitori anche perché questo si somma a molte altre problematiche di mamma e papà. Difficoltà economiche, problemi di lavoro, le spese che pesano sul bilancio familiare, insomma molti fattori che minano la serenità e anche, di conseguenza, il rapporto con i figli. A parte questo, comunque, sono molti gli errori che facciamo, vediamo quali i principali.

Gli errori da evitare

Ogni genitore, prima o poi, anche i più pazienti e capaci, fanno degli errori nei confronti dei propri figli, anche con frasi che si usano correntemente ma che sarebbe bene evitare. La prima frase che costituisce un errore è “guarda che tra un po’ mi arrabbio sul serio”.

Con questa frase il bambino percepisce che la mamma si può arrabbiare ma non subito, quindi può permettersi di continuare ancora un po’ il suo comportamento.

Si da in questo modo al bambino la possibilità di scegliere se continuare oppure no e nella maggior parte dei casi continuerà per capire fino a quale punto si può spingere.

Occorre, invece, dare un limite preciso, un segnalino per ogni comportamento sbagliato del bambino fissando il tetto massimo. Dopo tre segnalini il bambino deve sapere che arriverà la punizione.

La sua cameretta come luogo di punizione

Per i bambini la loro cameretta è lo spazio “sacro”, dove vivere, giocare, dormire, rilassarsi. Un errore che sovente si fa come genitori è minacciare il bambino, a fronte di qualche marachella, di lasciarlo chiuso nella sua stanza o, comunque, sgridarlo nel suo ambiente.

Questo rischia di provocare dei disagi nel bambino fino anche ad arrivare a disturbi del sonno; meglio usare spazi neutri per i rimproveri, il corridoio di ingresso, il bagno, mai la cameretta del bambino.

Non ledere l’amor proprio e l’autostima del bambino

“Sei un bambino cattivo; come ho fatto ad avere un bambino così?” è una frase terribile che non si dovrebbe mai pronunciare. Prima di tutto mette in dubbio l’affetto della mamma verso il bambino o, almeno, così viene percepita da questo.

In secondo luogo, bisogna fare attenzione a dire al bambino che è cattivo o stupido perché il bambino, alla fine, si convincerà di esserlo davvero e metterà in atto i comportamenti relativi. Decisamente meglio altri tipi di frasi del tipo “Non sono proprio contenta di quello che fai”.

Questa frase esprime lo stesso la disapprovazione ma senza toccare la personalità del bambino, inducendo, invece, un comportamento che possa anche far contenta la mamma.

L’autorità dei genitori

Un comportamento di complicità con il bambino va bene ma non se mette in dubbio l’autorità dell’altro genitore. Ad esempio, se il papà non vuole che il bambino faccia una cosa, la mamma non dovrebbe, per complicità con il bambino dire: “va bene, fai pure anche se papà non vuole, basta che non lo venga a sapere “.

Così facendo il bambino sarà contento e apprezzerà la complicità della mamma ma si fa fare al papà la figura del burattino che si può ingannare impunemente e si mette in forte dubbio la sua autorità. Occorre una posizione univoca e condivisa tra i genitori e il rispetto delle decisioni.

La gratificazione del bambino

Se il bambino non vuole proprio, ad esempio, mangiare le verdure, mai legare il consumo di queste ad un regalo materiale: si rischia di generare una dinamica che porta ad un bambino viziato, capriccioso e dipendente dal piacere immediato materiale.

Decisamente più appropriato è gratificare il bambino con un piacere immateriale come la lettura di una storia, un bacio, un abbraccio, qualcosa che faccia piacere al bambino ma immateriale.

Ribadiamo che è molto difficile non fare errori nell’esercizio del ruolo di genitore, tutti ne fanno e non è il caso di farsi venire sensi di colpa se accade ma è doveroso l’impegno a cercare di evitarli, se possibile.